Un bel video a tempo di rap, con sottotitoli in inglese, per imparare e ricordare le procedure di basic life support and defibrillation e anche un po’ di ALS che non guasta mai.

All’ultimo corso BLSD mi hanno fatto una domanda interessante. Ma a che serve questo corso? Tanto se io non so fare nulla, chiamo il 118 e poi ho finito.
La mia risposta è che se chiamate il 118 per un presunto arresto cardiaco, la telefonata non finisce con la vostra semplice comunicazione dell’evento ma l’operatore del 118 è addestrato a guidarvi nella procedura di BLS nell’attesa che arrivino i soccorsi avanzati.
Una prima dimostrazioni di questo fatto è un evento di oggi in cui un figlio ha salvato la madre proprio facendole il massaggio cardiaco sotto istruzioni dell’infermiere della centrale 118.
L’altro è un video con la registrazione della comunicazione tra la centrale operativa 118 e un prete che ha chiamato per chiedere soccorso per una ragazza in probabile arresto cardiaco.
Notate inoltre l’inizio della telefonata riguardo ai piedi in alto e al fatto che loro stiano già massaggiando e di come l’operatore li fermi e poi gli faccia fare esattamente la sequenza BLS per laici.
Ora, io mi chiedo, è vero che ve lo spiega poi l’operatore ma non sarebbe il caso di arrivarci preparati all’eventualità di essere testimoni ad un evento del genere? Eppure bastano solo 8 ore a insegnare un buon BLS. Pensateci la prossima volta che vi capita la possibilità di partecipare a uno di questi corsi.
Dopo aver introdotto la sperimentazione, nelle ambulanze di base, dell’ECG, ora la centrale 118 di Milano introduce la sperimentazione del LUCAS, un sistema meccanico per eseguire automaticamente le compressioni toraciche esterne
C’è chi lo trova utile, chi depersonalizzante, chi dice che farà perdere ancora più tempo e cosi via. Io sono del parere che può essere utile in particolari condizioni. Una è sicuramente il caso in cui i soccorritori sono in numero ridotto e quindi avere un ausilio automatico che fa le veci di un soccorritore non può che essere un vantaggio.
L’altro caso sono situazioni particolarmente gravi in pazienti giovani. Infatti, una delle cose statisticamente peggiori nella rianimazione cardiopolmonare è l’interruzione delle compressioni toraciche esterne tant’è che anche le nuove linee guida, introducendo il massaggio durante la carica del defibrillatore, lo confermano .
Ora, è vero che teoricamente il paziente non si muove finchè è stabile ma, è gia capitato che, con pazienti molto giovani in arresto cardiocircolatori, il medico decida, dopo 30/40 minuti di rianimazione non efficace e con defibrillatore che ancora scarica, di trasportare lo stesso il paziente al pronto soccorso.
In questi casi è praticamente impossibile eseguire delle compressioni toraciche efficaci durante il barellamento, il caricamento, a meno di non usare manovre, magari anche belle a vedersi ma che mettono sicuramente in pericolo il soccorritore e la squadra
e soprattutto durante il trasporto dove, al massimo, puoi reggerti con una mano e massaggiare con l’altra.
Quindi io questo strumento lo vedo molto bene impegnato in queste situazioni. Finchè si è in situ si esegue il BLSD “umano”, se si decide per vari motivi, sotto la responsabilita’ del medico del 118, che il paziente va trasportato anche se è in arresto, allora si prende questo strumento, si attacca e via verso il pronto soccorso.
Ecco un video sull’utilizzo di questo strumento.
Voi che ne pensate?