Foto del corso
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Due riferimenti a due documenti divulgativi importanti.
Nel primo documento, datato 2011, c’è un’analisi delle differenze e delle motivazioni delle modifiche dell’algoritmo BLSD dalle linee guida AHA 2005 a quelle del 2010
Nel secondo documento, della Società italiana di medicina di emergenza e d’urgenza pediatrica, vi è un’analisi degli algoritmi ABC e CAB, il primo ancora adottato da ERC/IRC e il secondo quello adottato da AHA con i tempi totali di intervento nei due casi e le motivazioni
Spesso, nei corsi di BLSD (basic life support and defibrillation), enfatizziamo molto la sicurezza della scena durante la scarica di un defibrillatore, spesso con esempi apocalittici di distruzione dell’intera razza umana o rottura del continuum spazio-temporale nel caso qualcuno tocchi il paziente durante la scarica del DAE.
Ma è proprio cosi? É veramente cosi pericoloso toccare un paziente durante la scarica di un defibrillatore?
Per scoprirlo, non possiamo fidarci del sentito dire, del cugggino che aveva un’amica il cui fidanzato faceva il volontario in CRI e una volta ha sentito parlare di… ma dobbiamo affidarci alla letteratura scientifica.
Partiamo quindi dal 1990, dallo studio retrospettivo effettuato da Gibbs, Eisemberg dal titolo “Dangers of defibrillation: injuries to emergency personell during patient resuscitation” pubblicato su American Journal of Emergency Medicine.
In questo studio vengono analizzati alcuni problemi evidenziati durante la rianimazione cardiopolmonare tra il personale pre-ospedaliero dello stato di Washington nei 10 anni precedenti.
In particolare vengono riportati otto casi dove vi è stato contatto tra il paziente e un operatore durante la scarica del DAE.
Ricordando che ci troviamo a cavallo tra gli anni ’80 e ’90 del secolo scorso ( ) quindi con una tecnologia oggi obsoleta, vediamo gli otto casi evidenziati.
Caso n. 1 (il peggiore), durante la defibrillazione, una piastra che sembrava integra era invece rotta e esponeva, sulla superficie esterna, parte della circuiteria elettrica presente all’interno. Alla scarica del defibrillatore l’operatore riceveva, per intero, la scarica e perdeva conoscenza per un paio di minuti. E’ stato necessario ospedalizzare l’operatore che è stato quindi tenuto sotto osservazione per tre giorni e trattato con lidocaina per delle contrazioni ventricolari premature.
L’uomo stava allenandosi al Forum Sport Center quando all’improvviso ha perso conoscenza. A salvarlo un volontario della Croce Rossa in servizio durante una competizione nella piscina del centro.
Fonte: Romaday.it
Un pensionato 71enne del posto ha accusato un forte dolore al torace e ha chiesto l’intervento dei soccorsi. Quando sono arrivati i soccorsi inviati dal 118, l’ambulanza della Croce Bianca di Montorio al Vomano (TE), l’anziano sembrava aver superato il momento di crisi.
E’ stato soltanto per l’insistenza dei giovani soccorritori che si è convinto a salire in ambulanza per sottoporsi a un controllo al pronto soccorso del Mazzini. Mai tanta insistenza fu più provvidenziale: mentre veniva assistito sul mezzo di soccorso, il paziente ha avuto un arresto cardiaco. Il 71enne è stato quindi defibrillato per due volte, fino al ritorno del ROSC.
Una volta arrivato al pronto soccorso del Mazzini il pensionato è stato affidato alle cure dell’Utic.
Fonte: Emmelle.it