Non so se è un filmato vero o falso, ma è comunque molto realistico. Ecco cosa succede se una persona sta toccando un paziente durante una defibrillazione.

Ai poveri soccorritori non resta che dover trattare due pazienti invece che uno solo.
L’uomo stava allenandosi al Forum Sport Center quando all’improvviso ha perso conoscenza. A salvarlo un volontario della Croce Rossa in servizio durante una competizione nella piscina del centro.
Fonte: Romaday.it
Un pensionato 71enne del posto ha accusato un forte dolore al torace e ha chiesto l’intervento dei soccorsi. Quando sono arrivati i soccorsi inviati dal 118, l’ambulanza della Croce Bianca di Montorio al Vomano (TE), l’anziano sembrava aver superato il momento di crisi.
E’ stato soltanto per l’insistenza dei giovani soccorritori che si è convinto a salire in ambulanza per sottoporsi a un controllo al pronto soccorso del Mazzini. Mai tanta insistenza fu più provvidenziale: mentre veniva assistito sul mezzo di soccorso, il paziente ha avuto un arresto cardiaco. Il 71enne è stato quindi defibrillato per due volte, fino al ritorno del ROSC.
Una volta arrivato al pronto soccorso del Mazzini il pensionato è stato affidato alle cure dell’Utic.
Fonte: Emmelle.it
All’ultimo corso BLSD mi hanno fatto una domanda interessante. Ma a che serve questo corso? Tanto se io non so fare nulla, chiamo il 118 e poi ho finito.
La mia risposta è che se chiamate il 118 per un presunto arresto cardiaco, la telefonata non finisce con la vostra semplice comunicazione dell’evento ma l’operatore del 118 è addestrato a guidarvi nella procedura di BLS nell’attesa che arrivino i soccorsi avanzati.
Una prima dimostrazioni di questo fatto è un evento di oggi in cui un figlio ha salvato la madre proprio facendole il massaggio cardiaco sotto istruzioni dell’infermiere della centrale 118.
L’altro è un video con la registrazione della comunicazione tra la centrale operativa 118 e un prete che ha chiamato per chiedere soccorso per una ragazza in probabile arresto cardiaco.
Notate inoltre l’inizio della telefonata riguardo ai piedi in alto e al fatto che loro stiano già massaggiando e di come l’operatore li fermi e poi gli faccia fare esattamente la sequenza BLS per laici.
Ora, io mi chiedo, è vero che ve lo spiega poi l’operatore ma non sarebbe il caso di arrivarci preparati all’eventualità di essere testimoni ad un evento del genere? Eppure bastano solo 8 ore a insegnare un buon BLS. Pensateci la prossima volta che vi capita la possibilità di partecipare a uno di questi corsi.
Nel caso Morosini, dopo la conferma dei periti, arriva quella del giudice per le indagini preliminari.
“Caotica, inefficace e incrongrua” assistenza medica prestata al calciatore del Livorno.
“Sei minuti di follia”.
“Secondo la superperizia [il defibrillatore] avrebbe potuto salvare il calciatore”.
“Ogni medico è chiamato a detenere….il valore insostituibile del defibrillatore”
“il valore cruciale [del defibrillatore] nell’influenzare le chance di sopravvivenza della vittima”
“[il medico del 118] ha i maggiori profili di censurabilità comportamentale in quanto avrebbe dovuto assumere il ruolo di leader nei soccorsi”.
In sintesi
Nel caso Morosini, quello che già si sapeva da tempo è stato confermato oggi dai periti nominati dal Gip: “[i medici presenti avrebbero] dovuto ricercare il defibrillatore semiautomatico esterno e, una volta identificatolo, saperlo impiegare immediatamente per gli scopi sopracitati, sfruttando così l’incomparabile opportunità di intervenire precocemente mediante defibrillazione esterna in un momento in cui la probabilità di pieno recupero del circolo cardiovascolare è massima. Tale omissione diagnostica-terapeutica, pertanto, riveste ruolo causale nel determinismo dell’exitus di Morosini”.
Traducendo, il DAE c’era, dovevate usarlo e se lo usavate molto probabilmente Morosini si salvava.
Ed è stato anche accolto quello che dicevo fin dall’inizio, cioè che i due medici sportivi magari neanche ricordavano più a cosa serviva un DAE ma che quello che avrebbe dovuto invece gestire correttamente la scena era il medico del 118 che, benchè intervenuto più tardi, era l’unico che aveva le vere competenze per mettere in ordine il casino che è poi stato l’intervento su Morosini. Ma anche lui è andato, diciamo, nel pallone e infatti per i consulenti del gip il medico responsabile del 118 «ha rivestito il ruolo più delicato ed a lui sono addebitabili i maggiori profili di censurabilità comportamentale. Infatti, pur intervenendo in un momento successivo rispetto ai primi due medici, si deve a lui riconoscere, tuttavia, il ruolo di leader che egli avrebbe dovuto assumere, procedendo immediatamente alla ricostruzione degli atti di soccorso praticati dai colleghi, immediatamente riconoscendo l’assenza di impiego del defibrillatore ed operandone l’impiego ad un tempo in cui una defibrillazione esterna si sarebbe associata ad una probabilità di sopravvivenza ancora piuttosto elevata».