La barella a cucchiaio è una speciale barella utile per sollevare e trasportare un paziente sulla barella autocaricante anche se NON va mai usata in presenza di traumi.
Benchè in alcuni protocolli ufficiali essa è considerata un solo mezzo di sollevamento del paziente sulla barella autocaricante, risulta invece essere anche un ottimo mezzo di trasporto grazie alla praticità con cui il paziente può essere messo su detta barella e grazie alla sua leggerezza che nè fà un mezzo eccellente in tutti quei casi in cui il trasporto del paziente fino alla barella autocaricante risulta disagevole.
La barella è composta da una struttura metallica concava verso il centro, da cui la forma a cucchiaio. La parte testa/busto ha una larghezza superiore mentre quella su cui verranno appoggiati gli arti inferiori è più stretta e può essere piò o meno allungata agendo su due leve ai lati della barella, nei punti di giunzione tra la parte superiore e quella inferiore.
Come anticipato sopra, la grande qualità di questa barella è la sua semplicità ed immediatezza nel caricamento “a bordo” del paziente che viene eseguito usualmente da due soccorritori in questo modo.
Si procede innanzituto a sganciare e rimuovere le cinghie e si posiziona la barella su di un lato del paziente allineando la testa del paziente con la zona superiore del paziente. Si sganciano quindi i blocchi della zona inferiore e si procede ad allungare tale zona fino a che la lunghezza della barella sia lievemente superiore all’altezza del paziente, facendo attenzione a che l’ultima zona di appoggio sia al di sopra la caviglia affinchè i talloni possano cadere nel “vuoto” tra ultimo appoggio e gancio di chiusura ai piedi. In questo modo si evita che il peso, gravando sul tallone, vada a scaricarsi sulla caviglia con rischio di lesioni. Una volta impostata la lunghezza ideali si riposizionare i ganci appena sganciati.
Agendo sui due ganci superiori e inferiori, si procede a dividere la barella in due lasciando la metà che ha la parte interna che guarda verso il paziente e posizionando l’altra metà dalla parte diametralmente opposta rispetto al paziente ma più arretrata per permettere, da questo lato, il passaggio dei soccorritori. Una cosa da tenere a mente nel momento in cui si sposta la seconda parte dall’altro lato e che non bisogna mai far passare questo pezzo sopra al paziente ma lo si sposta ruotando intorno al paziente per evitare che la mezza barella, scivolando possa cadere sopra al paziente.
A questo punto i due soccorritori si inginocchiano sul lato opposto alla parte della barella che non è stata spostata e posizionano la mani sul paziente, il primo sulla spalla e l’anca opposta e il secondo sulla cresta iliaca e sulla coscia. In modo sincronizzato, il paziente viene leggermente ruotato e, non appena questo si è lievemento sollevato da terra, il secondo libera la presa al bacino e fa scorrere la mezza cucchiaio sotto al paziente
a questo punto ci si cambia di lato, si riavvicina la seconda metà della barella e si esegue la stessa operazione sull’altro lato.
Quindi i due soccorritori si posizionano testa piedi e incastrano i ganci superiori e inferiori che ora dovrebbero trovarsi praticamente vicini.
Dato che l’aggancio può essere un po’ problematico a causa del peso del corpo che grava sulle due sezioni della barella è possibile adottare alcuni trucchetti. Per esempio è possibile, in ginocchio, puntare uno dei piedi a fianco a uno dei ganci e spingere con ambedue le mani l’altro gancio fino a che le due parti non si incastrano oppure favorire l’incastro agendo premendo lievemente il pulsante di sgancio aiutando cosi l’incastro delle due parti o anche collegare prima la testa e poi i piedi e, nello smontaggio, eseguire l’operazione inversa in quanto il gancio che si monta per ultimo e quello che si smonta per primo generalmente sono i più difficoltosi a causa del maggior peso che vi grava sopra.
Si assicurano quindi le due cinghie intorno al paziente, una all’altezza del torace e l’altra al livello della cresta iliaca al fine di bloccare la parte superiore del corpo e il bacino nel caso di lievi oscillazioni e inclinazioni come quando si scendono le scale. Nel caso ci sia la disponibilità di una terza cinchia, essa viene collocata all’altezza del femore o della tibia. In ogni caso, comunque, le cinghie non vanno mai collocate in zone “molli” quali addome o su articolazioni quali ginocchio, caviglia.
Si solleva quindi il paziente. Nel caso di due soccorritori, il sollevamento avviene come nel caso della barella autotrasportante, con un soccorritore alla testa e e uno ai piedi. Nel caso di tre soccorritori, uno si posiziona ai piedi e gli altri due prendono la barella lateralmente ai lati del torace del paziente di modo da ridurre il carico sui soccorritori ed evitare eventuali flessioni centrali della barella.
Si trasla quindi il paziente fino a quest’ultima barella affinchè esso possa essere caricato in ambulanza.
Una volta posizionato il paziente sulla barella autocaricante, si tolgono le cinghie, si sganciano le due parti e si sfilano semplicemente da sotto il paziente. Durante lo sgancio, per semplificare tale manova, può essere utile, mentre si preme la leva del meccanismo di sgancio, fare pressione sulla parte centrale e sollevare le laterali con i polsi in modo da ridurre il carico sul gancio dovuto al peso del paziente e facilitando cosi l’apertura delle valve. Ovviamente, anche in questo caso, evitare assolutamente di spostare le due parti passando sopra al paziente.
In definitiva la barella a cucchiaio è il presidio più comodo per il trasporto del paziente fino alla barella autocaricante nel caso di paziente non traumatizzato. Infatti, da ricordare sempre la regola, se avete un paziente con il collare su una barella a cucchiaio avete sicuramente sbagliato qualcosa.