BLSD è una sigla che indica “Basic Life Support and Defibrillation” ossia supporto alle funzioni di base e defibrillazione e racchiude tutte quelle manovre da compiere per intervenire su di una vittima di arresto cardiorespiratorio o la gestione di un paziente con una grave ostruzione delle vie aeree.
L’arresto cardiaco improvviso (o “morte cardiaca improvvisa”) è un evento che colpisce nel mondo occidentale centinaia di migliaia di persone ogni anno. Si può calcolare 1 arresto cardiaco improvviso per mille abitanti per anno: ciò significa in Italia (58 milioni di abitanti) un’incidenza di 50 – 60 mila casi ogni anno. Per la maggior parte si tratta di individui in età ancora giovane, spesso ignari dei fattori di rischio da cui sono affetti, dove l’arresto cardiaco è la prima manifestazione di patologie che possono essere curate efficacemente.
I dati degli studi clinici hanno dimostrato che queste persone, se soccorse prontamente ed in maniera adeguata, hanno buone probabilità di ripresa. L’importante è riconoscere la situazione di emergenza, chiamare il 118 e in attesa dell’arrivo dell’ambulanza, agire con manovre che sostituiscono le funzioni vitali interrotte ( BLS: Basic Life Support ovvero supporto di base delle funzioni vitali ) e, se è disponibile un defibrillatore, tentare di ripristinare il battito cardiaco con la defibrillazione.
Tutti possono imparare come intervenire in caso di arresto cardiaco e il nostro progetto “defibrillazione precoce” si propone di diffondere le manovre di BLS e defibrillazione precoce tra il personale sanitario e non.
L’arresto cardiaco può essere definito come l’improvvisa, brusca interruzione della capacità del cuore di pompare il sangue nell’organismo. La circolazione del sangue assicura l’ossigenazione dei tessuti e degli organi e il suo arresto ha come conseguenza il blocco della ossigenazione dei tessuti e l’arresto respiratorio.
La mancanza di ossigeno al cervello (ipossia cerebrale) si manifesta con la perdita di coscienza. Il perdurare della mancata ossigenazione cerebrale porta a danni cerebrali dapprima reversibili e poi, nell’arco di pochi minuti, a lesioni irreversibili.
L’ arresto cardiaco può essere definito come improvviso brusco arresto della funzione di pompa del cuore, a cui consegue il blocco della ossigenazione dei tessuti
Nonostante il paziente sia apparentemente a cuore fermo, nei primi minuti dell’arresto cardiaco il muscolo cardiaco mantiene una attività elettrica, ma il cuore perde il suo coordinamento e non riesce a pompare efficacemente il sangue nel circolo ematico. In questo caso esiste una terapia specifica, efficace e risolutiva: la defibrillazione. Se la defibrillazione viene praticata precocemente le probabilità di ripresa dell’attività cardiaca sono elevate; viceversa, se il tempo passa la percentuale di sopravvivenza si riduce, per una sofferenza delle fibrocellule miocardiche.